L’Arel (Agenzia di Ricerche e Legislazione) ha messo appunto uno schema di disegno di legge diretto a modificare alcuni punti chiave del decreto 231: l’obiettivo è quello di rafforzare la portata esimente dei modelli e di dare riconoscimento alla specificità di holding e piccole imprese.
L’articolato si focalizza in particolare sulle soluzioni per dare ai modelli maggiore forza, scegliendo come strada quella della certificazione del modello in modo da escludere la responsabilità dell’ente a patto che il modello concretamente attuato corrisponda al modello certificato e che non si siano verificate gravi violazioni tali da rendere evidenti le lacune organizzative che hanno contribuito alla commissione del reato.
La certificazione così delineata può anche riguardare singole procedure e attestare l’idoneità delle procedure anche in itinere, mentre i modelli sono ancora in corso di perfezionamento.
Dovranno poi essere definiti attraverso un apposito regolamento i soggetti abilitati a rilasciare la certificazione, le modalità, i criteri del rilascio e l’efficacia della certificazione.
Un’altra modifica proposta riguarda l’attribuzione, nelle imprese di piccole dimensioni, del compito di vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza dei modelli a un soggetto interno all’ente che sia in grado di fornire adeguate garanzie di indipendenza.
Infine, l’Arel suggerisce una particolare attenzione per l’attività di direzione e controllo esercitata da una società nei confronti di un’altra o di altre (holding) e la previsione di specifici protocolli per programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in rapporto ai diversi reati da prevenire.
Modelli in cerca di riforma di Giovanni Negri, in Il Sole 24 Ore, Norme e Tributi, 7 luglio 2010, pag. 33
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investment grade per la Russia. Il merito di credito a lungo termine rimane
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